L’errore che fanno alcuni clienti è pensare che il compressore finché va , non si cambia ; ma col risparmio energetico quanti compressori vi sareste pagati nell’arco degli anni ?

L’innovazione non si è mai fermata, nemmeno in tempi di pandemia, avendo come naturale conseguenza il mantenimento dell’eccellenza operativa in ogni ambito industriale. Conoscere per ogni nostro cliente quale sia il target qualitativo e quantitativo dell’aria e del gas, è sempre stato il nostro mandato: il mantenere i parametri promessi, il nostro target operativo. Migliorarli, la nostra missione per il futuro.

I benefici derivanti dalla ricerca costante della migliore soluzione tecnologica possibile, hanno portato al punto che il prezzo di acquisto e di manutenzione di un dispositivo sono diventati voci sempre meno impattanti nel definire il costo di possesso e di esercizio.

Ad esempio: se per un compressore lubrificato da 160 kW, nel 2021 di questi tempi, tali voci di spesa pesavano fino al 20 % del costo totale di possesso per un cliente, da giugno 2022 sono arrivate ad incidere per poco meno di dell’11%: esattamente la stessa cifra che, grazie alla migliore efficienza operativa rispetto ad un anno fa, siamo in grado di far risparmiare al cliente in termini di consumo energetico del medesimo dispositivo.

In pratica l’innovazione ha spostato il discorso solo sull’energia.

Minore energia per ottenere quanto serve al cliente, significa innanzitutto scegliere la giusta tecnologia per comprimere e trattare aria o gas. Questo, però, è solo il primo dei 10 passi verso l’evoluzione “carbon neutral” che ARIAC sta perseguendo.

Le misurazioni, nostro pane quotidiano nel dialogo con il cliente perchè servono a capire quale grandezza fisica sia la più delicata nel processo produttivo al fine di fornire la miglior soluzione impiantistica che garantisca, al contempo, il miglior compromesso energetico.

Vale la pena ricordare che, mediamente, solo il 50% dell’aria compressa prodotta viene effettivamente utilizzata. Perdite, utilizzo non corretto di alcune tecnologie e la combinazione non ottimizzata dei dispositivi in campo, costituiscono punti fondamentali di efficientamento energetico.

Anche il decidere a quale pressione esercire gli impianti è critico e merita attenzione: ogni bar di pressione in più si traduce in un aumento medio del 7% di potenza elettrica. E questo se parliamo di macchine a 7 bar. Se ci spostiamo nell’ambito della bassa pressione (da 0.6 a 3.5 bar) arriviamo, per ogni bar in più, a valori ben superiori all’8% di consumo specifico.

Dunque garantire all’impianto la pressione minima accettabile è un passaggio fondamentale senza il quale si rischia di vanificare tutti gli sforzi fatti nel dimensionamento e nella scelta della migliore tecnologia. Non solo, garantire che le perdite di carico nei condotti che trasportano il gas non siano esasperate da una rete deficitaria e trascurata, implica anche il valutare con attenzione i tubi e la loro manutenzione nel processo di efficientamento.

Abolire le idee preconfezionate è una delle chiavi dell’ educazione ambientale, poiché permette di risvegliare la curiosità pungendo il nostro ego sul vivo

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